Solo il fatto che sia il paese natale di Ildebrando Aldobrandeschi da Sovana, diventato Gregorio VII, il papa poi proclamato santo che ha riformato la Chiesa nell’anno 1000, fa di questo gioiello medievale uno snodo culturale e storico tra i più importanti in Italia. Ma il nucleo originario esisteva molto prima, risale all’età del bronzo, come molti degli insediamenti che caratterizzano l’area del tufo.
Situato a pochi chilometri da Pitigliano e da Sorano, il piccolo borgo che conserva intatta la struttura medievale, si raggiunge attraverso un percorso di straordinaria bellezza, tra pascoli, boschi e colline, lungo strade secondarie che toccano Saturnia, sfiorano Montemerano, attraversano l’ultimo scampolo di Maremma prima del Lazio. Su quella principale, la provinciale di Sovana, si apre la magnifica Tomba Ildebranda, il più importante complesso funerario etrusco della zona, interamente scavato nel tufo e adiacente alle vie cave. Quello che resta della monumentale facciata domina la valle sottostante e si può raggiungere percorrendo due scale laterali.
Il paese si muove tutto intorno alla piazza del Pretorio, dalla caratteristica pavimentazione a lisca di pesce in parte ancora originale, chiusa sul fondo dal palazzo dell’Archivio, mentre sui lati dalla chiesa tardo romanica di Santa Maria e dal Palazzo pretorio. A Sovana si trova anche la chiesa paleocristiana di San Mamiliano, oggi museo, dove sono conservate le 498 monete d’oro del V secolo, note come il Tesoro di Sovana, scoperte nel 2004 durante gli scavi sul pavimento della chiesa. Infine il duomo, una imponente architettura gotica tra le più importanti in Toscana con una particolarità unica: l’orientamento allineato al solstizio d’estate, che ogni 21 giugno, se c’è il sole, al mattino regala un gioco di luce nella navata centrale, che da solo vale la visita al paese.