Il piccolo paese di antica origine etrusca deve la sua fama sopratutto alle cascatelle di acqua sulfurea, note in tutto il mondo come Cascate del Mulino, del Gorello o di Saturnia, e all’altrettanto noto complesso termale, che insieme hanno fatto la fortuna del territorio. Questo aspetto, tuttavia, non deve sviare l’attenzione dalla bellezza e dal pregio del borgo di Saturnia, pochi chilometri più in alto dell’area termale, culla della civiltà italica, ricco di testimonianze antichissime e di strutture architettoniche di pregio, come la Rocca Aldobrandesca, la tipica fortificazione che caratterizza ancora oggi molti dei paesi dominati dall’antica famiglia di origini longobarde, nel sud della Toscana e nell’alto Lazio.

L’attrattiva maggiore restano, tuttavia, le cascatelle di acqua sulfurea che sgorga dal sottosuolo alla temperatura costante di 37 gradi, conosciuta per le sue proprietà curative fin dai tempi degli Etruschi. Il caratteristico e persistente odore di zolfo ha fatto nascere intorno a Saturnia leggende e misteri, animati, soprattutto nel Medioevo, dalla paure ancestrali dell’uomo. Si diceva che  il diavolo salisse dagli inferi e uscisse proprio a Saturnia, mentre intorno alle pozze bollenti si tenevano riti sabbatici e sortilegi.

C’è pure da capire che l’uomo del Medioevo si spaventasse di fronte a questo miracolo della natura, unico al mondo che deve la sua suggestione anche ai vapori che si sprigionano costantemente dalle acque, avvolgendo tutto di un irreale manto di fumo. La foto delle cascatelle, con i bacini naturali scavati nella pietra come un’immensa piscina a cielo aperto, immersi nel verde dei boschi, è conosciuta ovunque e ogni anno migliaia di persone fanno qui almeno una sosta. Accessibili in ogni stagione, hanno ispirato scrittori, come Niccolò Ammaniti, e registi, da Lattuada a Verdone, che le hanno scelte come location in alcune scene dei loro film.